La mia attività professionale si basa principalmente su attività di psicoterapia individuale o di gruppo, rivolta a bambini, anche molto piccoli, adolescenti e persone adulte. L'elemento che accomuna questi diversi ambiti di intervento è l'aspetto relazionale. Non c'è terapia che possa funzionare in assenza di relazione. Così, per poter costruire una buona relazione, sarà importante per il terapeuta imparare ad entrare gradualmente nel mondo interno di chi ha di fronte. Questo vorrà dire che il terapeuta dovrà di volta in volta imparare a giocare se avrà di fronte a sé un bambino. Ma questo non sarà sufficiente per entrare nel suo mondo interno, in quanto dovrà essere in grado di giocare con i suoi giochi e di rispettare le sue regole, modificando di volta in volta la sua funzione a seconda di quanto il bambino sceglie di portare all'interno del setting terapeutico. Solo tale passaggio renderà possibile l'accesso al suo mondo interno, dando al terapeuta la possibilità di contattare la sua anima. Il gioco nella terapia infantile diventa l'elemento relazionale per eccellenza, così come l'atteggiamento di distacco e provocazione nei confronti del mondo adulto diventa il canale comunicativo d'eccellenza nella relazione terapeutica con l'adolescente. L'aspetto relazionale assume una rilevanza fondamentale anche nel lavoro con adolescenti e adulti, che si svolge attraverso colloqui clinici individuali o di gruppo, nei quali c'è una grande accoglienza della sofferenza di chi si ha di fronte oltre che un pieno rispetto dei suoi tempi di elaborazione emotiva. L'entrare nei luoghi che abita il paziente permette al terapeuta di creare con lui una buona relazione, che consentirà all'individuo di sentirsi rassicurato da quella funzione terapeutica che permane nonostante l'ingresso nel suo mondo interno. Questo è quello che differenzia la relazione terapeutica da una qualsiasi altra quotidiana relazione ed è proprio questa funzione terapeutica che aiuterà il paziente a focalizzare le sue risorse aumentando la fiducia rispetto alla possibilità di avviare un lavoro sull'elaborazione di vissuti profondi che sembrano invadere la sua vita.